Negli ultimi anni i Maya sono diventati argomento molto diffuso: buona parte delle fonti che ne parlano, dalle tonnellate di libri che riempiono gli scaffali delle librerie ai più svariati siti internet sull’argomento, si concentrano soprattutto sulla loro grande conoscenza astronomica e sui misteriosi cicli millenari che erano in grado di calcolare. Tutto questo interesse, te ne ricorderai, ha fatto il botto nel 2012, quando chi credeva di aver capito qualcosa sui Maya urlava alla fine del mondo! Quello che tanta parte di questa informazione però si è persa è la grande saggezza spirituale che c’è dietro.
Mi spiego. Per noi occidentali è difficile pensare che l’osservazione del tempo, dei cicli della natura e dei pianeti non sia solo una questione scientifica, astronomica e matematica, ma che possa essere, anzi lo sia in massima parte, un percorso spirituale, di conoscenza di sè. Siamo abituati a pensare al tempo come qualcosa di fisso, oggettivo, misurabile e lineare. Il tempo è qualcosa di esterno: è l’orologio al mio polso sinistro, il calendario appeso in ufficio accanto al pc, la data di scadenza delle bollette. E questo ci impedisce di vedere e sentire due cose molto importanti. Primo: che il tempo è soprattutto una questione interiore, qualitativa prima che quantitativa. Due: che il tempo non è lineare, ma si muove in onde cicliche. Pensaci un attimo: alla fine tutto intorno a noi e dentro di noi si muove per cicli, e cicli dentro cicli (giorni, lunazioni, cicli lunari, anni, fasi della vita e delle nostre relazioni…). E l’energia che ha l’estate è diversa da quella dell’inverno, l’energia della mezzanotte diversa dal mezzogiorno, e ogni donna sa quanto cambi l’energia dentro di lei durante il proprio ciclo mestruale.
Ecco, per i Maya il tempo è soprattutto una questione energetica. E riguarda tanto quello che succede fuori, quanto quello che succede dentro di noi. E’ un flusso continuo di energia che cambia armonicamente attraverso cicli, che si incontrano, si ripetono, si sovrappongono. Provo a essere un po’ meno vago.
I Maya hanno diversi tipi di calendari, e uno di questi è lo T’zolkin. Lo T’zolkin si basa due principali cicli: uno di 20 giorni, e uno di 13. Quello di 20 giorni è costituito da 20 nawales: immaginali come degli archetipi, delle forze basiche che si rispecchiano dentro di noi e dentro di noi si muovono. Un po’ come i segni zodiacali, solo che quelli nell’anno solare si alternano uno per ogni mese, i nawales cambiano ogni giorno. Sono i simboli che vedi nell’immagine in alto, nel cerchio intorno alla figura. Quindi 20 nawales si alternano uno dopo l’altro per 20 giorni, e al 21° si riparte con il primo nawal del cerchio.
Il secondo ciclo invece è costituito da 13 giorni. Un’alternanza di 13 numeri (esattamente da 1 a 13) che si sovrappone al ciclo dei nawales di 20 giorni. Quindi ogni giorno ha contemporaneamente un nawal e un numero che lo contraddistinguono. Ti faccio un esempio: se guardi i nawales nella figura in alto, ne vedi uno, proprio davanti alla fronte dell’uomo, che si chiama Ajpu; ecco, diciamo per esempio che oggi è un giorno “1 Ajpu”: seguendo la ruota (la si segue in senso antiorario), allora domani sarà “2 Imox”, dopodomani “3 Iq” e così via.
Nawales e numeri danno ognuno una proprio “impronta” alla giornata: il nawal, essendo come un archetipo, ci porta un tema, un aspetto, un ambito della nostra vita che in quel preciso giorno avrà più importanza, più energia dentro di noi, e magari anche in quello che si muove intorno. Il numero invece dà soprattutto un’impronta energetica, ci dice in che modo e con che energia si muoverà il tema portato dal nawal.
Ora, facendo un rapido calcolo, uno ciclo di 20 e uno di 13 che si sovrappongono saranno sempre sfalsati (20 e 13 non hanno multipli comuni), quindi giorno dopo giorno avremo tutte le combinazioni possibili: ognuno dei 20 nawales, prima o poi, si troverà insieme ad uno dei 13 numeri. Per fare questo ci vogliono 20 x 13 = 260 giorni, che è appunto la durata del calendario T’zolkin. Nel sincretismo tipico dei popoli mesoamericani, lo chiamano “i 260 volti di Dio”. E guarda caso, 260 giorni sono più o meno 9 mesi, cioè il tempo della gestazione umana, il tempo attraverso cui un uomo si forma e nasce.
In questi 260 giorni, seguendo lo T’zolkin, possiamo toccare tutte le forze che si muovono nella nostra vita, lavorare con loro e trovarle dentro di noi. Persino fluire con loro, per scegliere, per esempio, cosa fare in un determinato giorno o quando è meglio farlo. Ti faccio un esempio: se devo decidere quando fare un colloquio di lavoro, sceglierò il giorno che mi parla del potere della mia comunicazione, piuttosto di quello che mi consiglia il ritiro dentro me stesso e la tranquillità della mia interiorità. Oppure, se devo fare un lavoretto in casa, magari meglio oggi che mi parla della maestria della mia creatività piuttosto che domenica prossima che mi parla di tutte le cose da distruggere e lasciar andare!
Possono sembrarti esempi stupidi, ma ti assicuro che nella mia esperienza è stata una rivoluzione scoprire di poter sentire certe energie, fluire con esse, e soprattutto imparare a lavorare con loro dentro di me. Il mio tempo non è più stato il ticchettio dell’orologio, o il calendario sulla parete di fronte, ma un cammino dentro di me.
Solo che ora arriva al domanda: sì, e quindi come faccio? Una delle cose belle dei calendari sacri maya è che, essendo estremamente complicati e strutturati, puoi lavorarci a diversi livelli, da quello più basico e semplice a quello più complesso. Quindi partiamo da un primo passo, semplice semplice: i cicli di 13 giorni, anche chiamati tredicine. In ogni tredicina è vero, avremo 13 giorni diversi ognuno con un suo tema e una sua energia, ma è anche vero che il primo giorno, il giorno “1”, dà un’impronta importante a tutta la tredicina: il giorno 1 con il suo nawal segna il tema di fondo di tutti e 13 i giorni di quel ciclo, una nota su cui tutti gli altri 12 giorni si accorderanno. Quindi, partiamo da lì!
Se ti ho intrigato un po’, ma non sai assolutamente niente di Maya e T’zolkin, non ti preoccupare: all’inizio di ogni tredicina scriverò un post con le indicazioni sul tema e le energie che si muoveranno in quei 13 giorni. Così potrai provare a sperimentare, sentire come risuona dentro di te quello che scriverò, e se le cose che succedono intorno rispondono in qualche modo.
Il lavoro con il computo maya del tempo spesso sembra un bagaglio enorme di cose da capire e da imparare. Ma in verità sono cose che vanno provate: prendi quello che ti scriverò, e per i 13 giorni successivi non fare altro che restare in ascolto, guardare come si muovono le cose dentro e fuori di te, e provare a sintonizzarti con l’energia di quella tredicina. Ti assicuro che piano piano comincerai a vedere le cose muoversi! Siamo occidentali, e cose di questo tipo non le abbiamo mai fatte, quindi potrebbe non riuscire immediatamente. Ma non ti scoraggiare: datti la possibilità di sentire come si muove l’energia del tempo e dei nostri giorni, e stai a vedere cosa succede!
Quindi se ti va, ci vediamo presto con la prossima tredicina!
grazie. mi piacerebbe sperimentare le tredicine.. non conosco nulla dei Maya..
Il lavoro con il calendario (o i calendari) maya è potenzialmente enorme, per questo ho pensato di pubblicare una serie di post, volta per volta, per cominciare a praticare nel quotidiano con gradualità. Segui i prossimi post che pubblicherò e scrivimi pure se hai dubbi o domande!