Nel giro tra gli archetipi maschili del pantheon greco, oggi faccio un piccolo salto: dopo aver visto due dei “figli” (Apollo ed Efesto), stavolta parliamo di uno dei “padri”, Poseidone.

Potrebbe sembrare un gran salto da Efesto, l’introverso fabbro del post precedente, al dio dei mari, ma a ben guardare hanno più punti in comune di quel che sembra.

Partiamo dalla casa di Poseidone: il suo regno sono le insondabili, misteriose profondità marine. Dopo la vittoria di Zeus e fratelli nella guerra contro i Titani, i tre dèi maschi (Zeus, Ade e Poseidone) si spartiscono i regni, e a Poseidone tocca quello del mare, le sue creature, le sue vastità e tutta la sua energia. Il regno delle acque profonde è, da un punto di vista psicologico, il regno delle emozioni, che come l’acqua possono assumere mille e nessun aspetto: possono essere placidi laghetti, fiumi impetuosi, mari calmi e senza confini, tempeste cieche e distruttive. E Poseidone, nell’essere re di questo regno, ne è lo specchio perfetto. Un uomo dagli impulsi irrefrenabili, che si fa completamente travolgere dalle proprie onde emotive, dall’impeto della sua rabbia, da una sete di vendetta cieca. Come le acque del mare, le sue emozioni non hanno un limite che le contenga, che possa evitare loro di diventare distruttive per sè e per gli altri. 

Poseidone è la “testa calda”, quello che si fa prendere subito dalle proprie emozioni, il classico amico che, quando si arrabbia, meglio essere lontani perché non vede più nulla, e la tempesta che lui stesso diventa è senza alcun controllo. Va da sè che in una società come la nostra, dove sono valutati positivamente la freddezza, la compostezza, la razionalità e la strategia (le tipiche caratteristiche di Zeus e Apollo), una personalità “Poseidone” non è proprio apprezzata. Anzi, viene spesso svalutata e censurata fin dall’infanzia. 

E’ indubbio che un archetipo Poseidone, quando non è mitigato da altri archetipi, può essere un problema per se stesso e le persone che ha intorno. Ma è anche vero che proprio nel vasto mare senza confini del suo regno sta la grande ricchezza dell’archetipo Poseidone; perché lui è il dio in grado di muoversi nelle più misteriose ed inaccessibili profondità marine. Anzi, ne è il re, è colui che in qualche modo comanda, conosce ed ordina, quell’immenso serbatoio di energie emotive. L’archetipo Poseidone è quindi quello che ci dà la possibilità, e la maestria, per accedere alle nostre emozioni più profonde, quelle più nascoste anche a noi stessi. 

In genere troviamo mille remore a fare certi “viaggi” nelle nostre profondità. Scavare nel profondo delle nostre emozioni ci rende fragili, instabili, vulnerabili; ci può sfilare dalle mani il controllo di noi stessi. Non a caso, il tanto svalutato Poseidone è l’unico ad avere un regno che non viene mai descritto: sappiamo bene com’è fatto il regno di Zeus nell’Olimpo, e tante volte nel mito viene descritto il regno dell’oltretomba di Ade; ma il misterioso regno di Poseidone nelle profondità marine, stranamente, se lo sono dimenticato.

E tu, come te la cavi con le tue profondità interiori? Riesci a spingerti nel profondo delle tue emozioni, toccarle ed esprimerle agli altri, anche a rischio di mostrarti fragile, incoerente, instabile? O le tieni nascoste, compresse dentro stanze chiuse a chiave, nella speranza che non escano mai? E’ vero, ci vuole il coraggio di un guerriero per inoltrarsi in quegli abissi, ma, che lo ammettiamo oppure no, fanno parte di noi, di ciò che siamo, e non possiamo andare avanti per sempre ignorandole, no? Il rischio è vederle esplodere un giorno tutte insieme, con la violenza di un mare in tempesta.

Un altro aspetto da tenere ben presente dell’archetipo Poseidone è il suo rapporto con le donne. L’impetuosità di Poseidone, che nel mito violenta Demetra proprio quando è più afflitta per la perdita della figlia Persefone, che si invaghisce di Anfitrite, la rapisce e la violenta per farne poi sua sposa, lo rende il più classico degli archetipi maschili patriarcali: potente, impetuoso, prevaricatore, violento; quello che vuole lo prende con la forza. Poseidone porta con sè un forte simbolo di fecondità e potenza virile. Fin dal significato del suo nome (“marito della terra”) emerge il suo legame con la Terra, ed il suo potere di fecondarla con l’acqua. Nel suo stesso simbolo di potere, il tridente, è raffigurato un triplice simbolo fallico, a rappresentare la sua potenza virile verso la triplice forma della Dea. 

L’archetipo Poseidone porta quindi un grande impulso, un’intensa forza creativa ed anche un’intensità sessuale. Ma Poseidone può essere un tipo difficile come compagno di una donna, perchè i suoi impeti e le sue onde emotive lo porteranno ad essere insensibile verso i bisogni di lei, a calpestare i suoi sentimenti ed a non rispettare i suoi confini. E non dimentichiamo quanto poco controllabili possono essere i suoi scatti d’ira. Quindi, anche per Poseidone, un terreno importante dove incontrare le proprie difficoltà e poter evolvere, è proprio nella relazione con il femminile.

Come ne può uscire un uomo Poseidone da tutte le sue onde? Come può superare i propri problemi e riuscire a toccare il cuore degli altri senza diventare distruttivo e prevaricatore? Nella storia del suo matrimonio con Anfitrite, lei dopo la violenza subìta scappa, negando il proprio consenso al matrimonio. Poseidone riuscirà a convincerla solo inviandole un delfino. Invece del suo impeto violento ed incontrollabile, Poseidone invia un animale che si trova a suo agio nell’ambiente acquatico e lo fa con gioia e leggerezza, senza prevaricare o minacciare gli altri. La parte di sè con cui un uomo Poseidone può entrare in contatto con il femminile, e creare una relazione con una donna, è quindi proprio la sua capacità di muoversi liberamente nel mare delle emozioni, una innata capacità di esprimerle e di diventare così empatico verso il mare emotivo della compagna.

E torniamo all’Efesto dell’inizio post. In fondo, i due non sono così diversi come potrebbero sembrare. Entrambi sanno stare nel profondo di sè, farsi toccare dalle proprie ferite ed emozioni, ed entrambi devono trovare il modo di non farsi travolgere e divorare dalla propria interiorità. In questo, l’insegnamento di Efesto può essere d’aiuto per l’uomo Poseidone: Efesto ha la capacità di prendere la propria ferita emotiva e trasformarla in arte e bellezza. Allo stesso modo, un uomo Poseidone deve trovare la strada per trasformare il proprio impetuoso mare emotivo in creatività, in arte e bellezza. Esprimere la sua interiorità, condividerla con gli altri è la strada perchè le sue onde emotive smettano di essere distruttive per sè e per gli altri, e possano fluire serenamente. Pensa alla classica figura dell’artista tormentato, che riesce attraverso la sua arte ad esprimere tutto il mare tempestoso che ha dentro, trasformandolo in qualcosa da condividere con gli altri.

Dai, raccontami come te la cavi tu con il tuo mare emotivo interiore! E’ possibile che fin da piccolo ti abbiano insegnato a tenerlo a bada, a prenderne distanza e a guardarlo il meno possibile. Ma non ti è mai capitata la volta in cui quella profondità lontana e nascosta si è fatta sentire, è venuta a galla e ti ha travolto con la sua forza? E sei riuscito allora a trovare il modo di esprimere le tue emozioni, condividerle in una qualunque forma? O magari offrirla, tra mille paure ed incertezze, tramite il tuo delfino, a qualcuno di speciale?

 

Foto: Statua di Poseidone a Copenaghen