Negli ultimi giorni del 2017 mi proposero di cercare una parola chiave per il nuovo anno in arrivo, una parola che potesse essere per me di ispirazione, che desse un’impronta, un tipo di energia di cui io ero alla ricerca e che volevo continuare a tenere viva per tutto il 2018. La parola che scelsi fu “evoluzione”: ero in un periodo in cui mi sentivo bloccato, statico, incapace di cambiare alcune cose delle mia vita e di andare avanti.

Nel 2018 ho aperto questo blog, ho cominciato nuovi percorsi personali, progettato nuovi lavori di cerchio, e alla fine ho pure cambiato lavoro. Direi che la parola del 2018 ha funzionato. Il che mi ha portato in questi giorni a fare alcune riflessioni

  1. La prossima volta che mi viene voglia di dubitare che la Vita risponda appena chiedo, mi dovrò dare una pacca in testa da solo.
  2. La nuova parola per il 2019 va scelta bene, con molta oculatezza.
  3. Ricevere tutto quello che si è chiesto dalla Vita è davvero solo una gran festa? O sotto sotto porta comunque qualcosa da affrontare?

Perchè tutti i cambiamenti arrivati in questo anno ormai agli sgoccioli, per quanto siano stati il materializzarsi dei miei stessi desideri, mi hanno anche portato a vedere quanta paura del cambiamento ci sia dentro di me.  Da una parte sento tutto l’entusiasmo elettrico per una nuova avventura, una nuova sfida, dall’altra la testa comincia a fare i conti di quello che non posso prevedere, non posso controllare, di quello che potrebbe andare male, di che dimensioni avrà il disastro incombente nel caso avessi fatto la scelta sbagliata. Un po’ fa parte del mio percorso e dei miei “demoni” personali, un po’ probabilmente è storia di tutti noi: perchè è vero che spostarsi dal nostro amato/odiato trantran quotidiano sotto sotto non ci piace gran chè; perchè la fissa di avere la situazione sempre sotto controllo ce l’abbiamo un po’ tutti; e perchè siamo cresciuti in una società in cui l’ottimismo e l’apertura verso la Vita sono visti quasi come una malattia mentale: se qualcosa sta per cambiare nella mia vita, sicuramente cambierà in peggio.

Ma a parte tutte le fisime personali o collettive, quello di cui volevo parlare, in questo post al limitare del 2018 è proprio questo punto magico. La Vita porta un cambiamento, una novità improvvisa nei tuoi giorni, e di colpo la strada che prima vedevi filare dritta davanti a te, tanto da poter distinguere chiaramente tutto per chilometri e chilometri fino all’orizzonte, di colpo quella strada fa una curva secca. E ti ritrovi a fissare l’angolo appena prima della curva, chiedendoti cosa ci sarà lì dietro, cosa ti troverai davanti una volta che ti sarai deciso a fare quel fatidico passo.

Ecco, tutto quello che volevo dirti è: benedici quell’angolo di strada. Perchè ti costringerà ad uscire dalla tua zona di comfort dove, nel bene e nel male, conosci tutti e tutto. Dove tutto è familiare: dove le relazioni sono fisse e ripetitive tanto da dare ormai per scontato cosa l’altro (la compagna, il capo, un amico) ti dirà, dove l’immagine di te è sicura e granitica, dove hai ormai stabilito da tempo dove arrivano i tuoi limiti ed i tuoi confini. Bene, tutto questo, oltre quell’angolo non potrai portartelo.

Di più: quell’angolo ti chiederà di arrenderti all’idea di non poter controllare tutto e di affidarti al flusso della tua vita. E potresti anche scoprire quanto questo possa essere sorprendentemente bello e liberatorio!

E perchè l’unica cosa davvero importante che troverai dietro quell’angolo sarà te stesso: un nuovo te stesso, o almeno una nuova parte di te, che ancora non conoscevi, che affronterà nuove sfide, nuove esperienze, nuovi obiettivi. Con nuovi talenti, nuove qualità che non sapevi di avere, o che, nella tua zona di confort, avevi deciso di non avere.

Quindi, per  questo nuovo anno in arrivo, ti auguro di incontrare gli angoli giusti lungo la tua strada, e di trovare sempre dentro di te il coraggio e la gioia di svoltarli.

E mi raccomando, se ti viene voglia di sceglierti una parola chiave per il 2019, sceglila bene! Qualche idea?

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