Ciao! Sei pronto per iniziare una nuova tredicina insieme? Oggi entriamo nella tredicina di Kib. Kib è un nawal della famiglia del Sud (di colore giallo), famiglia di nawales legata all’idea di maturazione, crescita, formazione completa.
Kib oggi ci parla della nostra capacità di vedere gli errori compiuti e di correggerli. Di saperli accogliere senza giudizio o frustrazione, senza darci degli stupidi perché abbiamo provato e sbagliato. Ma anche senza nasconderci dietro un dito, una scusa, un’alibi. Siamo persone in cammino: facciamo passi, proviamo, sbagliamo, ci correggiamo. Niente di tutto questo può essere fatto senza amore e compassione, verso noi stessi in primis. Perché è proprio quando lasciamo che sia il nostro giudice interiore a parlare, a darci i voti e, spesso, a massacrarci, diventa difficile guardare i nostri errori per quello che sono. Così finiamo per darci addosso in maniera dura e sprezzante o, al contrario, fuggiamo nell’autoindulgenza e facciamo finta che non ci siano errori da guardare. In entrambi i casi, quello che viene a mancare è uno sguardo accogliente di amore verso noi stessi. Non siamo perfetti, non lo saremo mai in questa vita: anzi, siamo qui per provare, sbagliare, ed imparare dai nostri errori.
L’animale associato a Kib è l’ape, un insetto capace di trovare il nettare in ogni fiore, portarlo con sè nel suo nido buio dentro il tronco dell’albero, digerirlo dentro il proprio corpo e trasformarlo in uno dei cibi più buoni che esistano in natura, il miele. Cibo con cui nutrono i loro piccoli. Il lavoro dell’ape è un vero atto di amore e di servizio, un lavoro che, per riuscire bene, deve passare attraverso luoghi oscuri e bui prima di poter diventare miele.

Il lavoro di Kib è un lavoro non semplice, che ha bisogno delle parti più profonde di noi per essere portato a compimento. Non a caso, la parte del corpo legata a questo nawal è l’intestino crasso: l’organo con il quale processiamo, digeriamo, e trasformiamo ciò di cui ci cibiamo. E’ legato alla materia più densa della nostra vita, la nostra storia personale, il nostro inframondo: Kib ci dà la possibilità di “digerirla”, guardandola per quello che è, e riciclarla in qualcosa di nuovo. Estraendone la parte più luminosa, ricca e nutriente, e lasciando andare quello che non ci serve, che non è più funzionale per noi.
Un aspetto su cui Kib ci chiama a lavorare è il nostro legame con gli antenati: genitori, nonni, bisnonni, e via risalendo il nostro albero genealogico. Kib chiama la nostra attenzione su ciò che da questo albero abbiamo ereditato, di buono e di meno buono, almeno dal nostro punto di vista. L’energia di Kib ci permette di accogliere questa eredità e di farne qualcosa di nuovo, ci dà la possibilità perfino di migliorare quell’eredità, riconoscendo gli errori compiuti lungo il flusso del nostro albero. Perchè, proprio come l’ape, possiamo prendere questo “cibo” della nostra vita, trasformarlo, e farlo diventare un nettare di nutrimento per noi e per le generazioni future.
Come ti suona tutto questo? Come è il tuo rapporto con la tua personale “eredità di famiglia”? La vivi come un peso opprimente, che daresti chissà cosa per scrollarti di dosso? Oppure ti senti intimamente legato alla tua famiglia, e pensi che qualunque cosa sia successa lì dentro va comunque bene? Che tu abbia risposto sì alla prima od alla seconda domanda (o tu sia in una delle mille sfumature di mezzo!), Kib ti dice di smettere di lottare con il tuo albero e di accoglierlo come parte di te, ma anche di guardarlo per quello che è, con le sue luci e le sue ombre, i suoi traguardi ed i suoi errori. Solo così sarai libero di portarlo avanti alla tua maniera, aggiungere il tuo personale contributo, riciclando e correggendo anche le cose che per te non funzionano.
Così che il tuo cammino di vita possa diventare il dono che porti nel mondo. Il tuo personale miele per gli altri.
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