Ben ritrovato per una nuova tredicina! Com’è andata con quella appena finita di Muluc? Sei riuscito a percepire il suo messaggio di gratitudine, servizio, e abbondanza? Non so come è stato per te, per me è sempre una sfida: mi è fin troppo facile rientrare nei soliti, consolidati schemi mentali di scarsità e mancanza, e concentrarmi ossessivamente su tutto ciò che credo mi manchi, di cui credo di aver bisogno, così come gli impegni da cui di tanto in tanto mi sento sopraffatto. Ma in tutto questo non posso evitare di riconoscere l’abbondanza con cui la Vita mi sostiene ad ogni passo, ad ogni respiro.

E oggi il bastone della parola passa a Ik, il nawal che ci parla di aria, di movimento, e dell’impulso vitale che attraverso il vento permea tutto. E’ l’impulso che porta la Vita in tutto quello che ci circonda, in ogni forma vitale. E’ stato chiamato in mille modi in mille tradizioni spirituali diverse, perchè è il principio fondante della Vita, del movimento e della trasformazione. E’ Prana, è il Chi, è il soffio di Dio.

Sembrano tutti concetti molto alti, molto filosofici, ma in verità ne facciamo esperienza ogni singolo secondo della nostra giornata, tramite la respirazione. Quando respiriamo, riempiamo i nostri polmoni, ed il nostro corpo, di nuova energia. E ad ogni espirazione lasciamo andare quello che non ci serve più. E questo vale su un piano strettamente biologico, come su quello energetico. Il problema è che lo facciamo di continuo, senza renderci conto di che atto poderoso sia! Il nostro respiro è un continuo scambiare energia con tutto quello che ci circonda, ci mette in connessione con l’Universo intero. Se ci fermiamo un attimo nel torrente in piena delle nostre giornate, presenti nel corpo e in ascolto del nostro respiro, lo possiamo far diventare di nuovo un atto pieno di potere. In un solo atto respiratorio è racchiuso qualunque ciclo della Natura. E’ racchiuso il ciclo di una giornata: l’alba quando inspiriamo, la pienezza del mezzogiorno quando l’inspirazione è al culmine, il tramonto quando cominciamo ad espirare, e la mezzanotte è quel momento di vuoto e sospensione quando i nostri polmoni sono vuoti. Così come se pensiamo al ciclo delle stagioni: la primavera nell’ispirazione, l’estate piena e calda quando i nostri polmoni sono pieni, l’autunno nell’espirazione, e il vuoto quieto dell’inverno nei nostri polmoni ormai svuotati. Perfino il ciclo di una intera vita umana può essere contenuto in un singolo atto respiratorio! Ed in ogni respiro, possiamo mettere tutto il nostro intento di ricevere nuova energia ed impulso dall’Universo (inspirazione), aperti e riconoscenti, così come lasciar andare tutto quello che non ci serve più e vogliamo sciogliere (espirazione). L’aria stessa che lasciamo andare nell’espirazione può diventare la nostra offerta per l’Universo, l’energia e la parte migliore di noi che vogliamo condividere con la vita.

Questo è Ik, e questo è ciò di cui ci invita a prendere coscienza nella sua tredicina: siamo immersi nel continuo movimento, immersi nell’impulso vitale che condividiamo con tutto il Vivente che ci circonda. E tramite l’aria ed il nostro respiro scambiamo continuamente energia, doni, luce. E tu, come respiri di solito? Fermati un attimo e facci attenzione: riesci a respirare a pieni polmoni, godendoti l’aria fresca che prendi, e ad espirare godendoti il senso di distensione, rilascio e offerta? Oppure fai dei respiri, come spesso capita a molti di noi, corti e tesi, riempiendo i polmoni a metà? Se è così, prova di tanto in tanto durante la giornata a fermarti, portare l’attenzione sul tuo respiro, e cambiare il modo in cui lo fai. Ti accorgerai subito di come cambia non solo la tua energia, ma persino il tuo umore e la tua lucidità mentale!

Ecco, parliamo della nostra mente. Perchè Ik ci invita anche a fare attenzione ad un altro aspetto legato all’aria: i nostri pensieri e le nostre parole. I nostri pensieri, soprattutto quelli più ripetitivi e che riconosciamo come nostri da una vita, formano in un certo senso l’ambiente della nostra mente. E di questo si colorano anche le nostre parole. E le parole pronunciate hanno un potere che spesso ignoriamo: perchè la parola crea. E questo è risaputo da qualunque tradizione: anche nella Bibbia “il principio fu il Verbo”, cioè l’atto creativo di Dio passò attraverso la parola. E nel Popol Vuh, il testo in cui è narrato il mito maya della Creazione, viene raccontato che, dopo la quiete ed il silenzio in cui tutto era immerso (Imix), giunse la Parola (Ik). Insomma, tutto viene creato tramite la parola e il soffio vitale. E questo potere ce l’abbiamo anche noi, se siamo capaci di riconoscerlo. Con le nostre parole ed i nostri pensieri creiamo la nostra realtà, ed il nostro ambiente mentale. Ik ci invita per questo a fare attenzione a come scegliamo ed usiamo le nostre parole, a riconoscere il loro potere, ad utilizzarlo in maniera consapevole e luminosa, per creare la realtà che davvero vogliamo per noi. E ad avere più cura dei nostri pensieri e della nostra mente, “pulirla” e tenerla ordinata, nel senso di scegliere con presenza e consapevolezza i pensieri che vogliamo realmente per noi stessi, quelli che riconosciamo come funzionali per noi, lasciando andare come semplice polvere quelli appresi in famiglia, dalla società, lungo la nostra storia e che adesso non ci appartengono più. In questo modo saremo davvero in grado di diventare artisti del tempo, creatori della nostra realtà, con gioia, piacere, ma anche intento e potere.

In definitiva, Ik portandoci il suo messaggio personale, continua a parlarci di quello di cui parlano tutti i nawales: riconoscere ed imparare ad esprimere nella luce tutto il nostro potere di essere umani, e a farlo fluire armonicamente con tutto quello che ci circonda. 

Quindi buona avventura con Ik! E che sia una tredicina di pensieri fioriti, e di gran bei respironi a pieni polmoni!