
Alla fine ci sono cascato anch’io: sono andato al cinema a vedere Barbie. Ma non solo, ci scrivo sopra un post. In questi giorni credo l’abbiano fatto mille mila altre persone, discutendo della figura di Barbie, di quella di Ken, di patriarcato, relazioni e femminismo. Quindi che ci faccio qui anch’io, convinto di avere qualcos’altro da dire?
Comincio abbassando l’asticella: scrivo questo post così condivido un pensiero, e non perchè credo di avere qualcosa di nuovo in più da dire sull’argomento. E per dimostrarmi più sincero possibile, inizio con una confessione. Lo ammetto, a me Barbie è piaciuto, e mi sono divertito a guardarlo. Evito di infilarmi nella nassa del commento cinematografico, perchè non ho l’attrezzatura necessaria per farlo, e vado subito al punto. Ken: biondo, irrigidito in una posa perenne, perso, infantile e bisognoso, addominali scolpiti e intelligenza “timida”. L’ho amato. E l’ho amato perchè mi ci sono ritrovato per un sacco di cose. Escludendo a priori la chioma bionda e gli addominali scolpiti, faccio una rapida lista:
- Tutti noi maschietti, anche i più “evoluti” o sedicenti tali, nelle nostre prime esperienze (di solito adolescenziali) con il patriarcato; quando abbiamo cominciato a vederlo muoversi intorno a noi, a realizzare cosa comportasse per noi, a differenza delle nostre compagne e amiche, in termini di privilegi e libertà. In quei momenti, ammettiamolo, ci ha preso un vago senso di euforia, di entusiasmo, una forma di innamoramento per tutte le possibilità e le prospettive e la libertà che la nostra posizione di privilegiati ci riconosceva come legittime. Per puro caso, eravamo finiti dalla parte giusta.
- Chiunque di noi o per lo meno molti (me compreso), se non avessimo paura del giudizio o non fossimo dotati di forme interiorizzate di autocensura, tutti ci saremmo costruiti una casa-villa-mojo-dojo; piccole variazioni sui complementi d’arredo a seconda dei gusti, ma la sostanza sarebbe stata sempre quella
Il punto però che mi ha colpito di più è una frase che ho continuato a rimuginare per giorni. Una frase che Ken dice verso la fine del film, a mo’ di confessione. All’apparenza un’ennesima dimostrazione del suo scarso acume ma che contiene (e questo è il mio personale parere) una enorme verità:
“Ad essere onesto, quando ho capito che il patriarcato aveva poco a che fare con i cavalli, ho perso interesse”.
Mi ci è voluto un po’ per capire cosa mi avesse colpito di questa frase. È un momento del film in cui il povero Ken (sì povero, perchè ci fa tenerezza) si rende conto di essere andato troppo oltre, che questo Kendom patriarcale che ha costruito e che sta già crollando, non gli appartiene veramente, non ci si ritrova dentro, non è quello che davvero voleva. Perchè al di là di quell’innamoramento adolescenziale che possiamo avere con i nostri privilegi maschili, la verità è che il patriarcato è sì una giubba asfissiante per le donne, ma è un vestito troppo stretto anche per noi uomini. Perchè per starci dentro dobbiamo incorporare dei cliché maschili troppo logori e striminziti. Per essere uomini che rispondono ai valori e ai modelli patriarcali, per essere “forti”, “decisi”, “virili”, “vincenti”, “intraprendenti con le donne” e tutto il resto, ci tocca sacrificare una grossa parte di noi in termini di passioni, sensibilità, sentimenti, esplorazione di noi e delle nostre qualità. In nome di privilegi e maggiori libertà che, senza tutta quella parte di noi, non sappiamo come usare e come indirizzare.
Alla fine, in quella frase Ken dice che la sua vera passione, il suo vero desiderio sono i cavalli. E il patriarcato non ha niente a che fare con il suo vero desiderio. Ecco, se siamo uomini che vogliono definirsi “nuovi”, “evoluti”, “notallmen”, dovremmo partire prima di tutto da questo calcolo: se voglio essere consapevole di me stesso, stare dentro al patriarcato, assecondarne regole e dinamiche, diventerà prima o poi una zavorra. Se voglio capire qual è la mia vera strada, le mie passioni, se voglio seguire il mio vero desiderio, devo mollarlo. Perchè è giusto verso le donne? Sì, ma soprattutto perchè è giusto verso di me. Perchè è tempo di andare a cercare i miei veri cavalli.
Se l’ha capito Ken, possiamo farcela tutti.
P.S.: se siete rimasti male quando, durante il film, presentano Il Padrino come un film che piace solo agli uomini e capiscono solo loro, e vi siete girati e avete visto la vostra compagna seduta accanto a voi sorridere e annuire con la testa. Beh, è successo anche a me.
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